Ciò che muove il Discorso del Capitalista

Download PDF

DSCN5567

di Alessandro Guidi e Pierluigi Sassetti

…godo, ergo sum…

Il motore della logica del Discorso del capitalista si può identificare, come abbiamo già accennato, con la perversione che mantiene vivo e costante il godimento da un punto di vista ideologico e al tempo stesso pratico; nell’ideologia il godimento si avvale del sostegno edipico, conferito come investitura alla figura materna e al maternage. Nella pratica, tale ideologia del maternage si tocca con mano attraverso la sostanza assoluta infiltrata in ogni atteggiamento della personalità dell’individuo, sia nel suo modo di pensare che di fare, e dunque anche nella prassi educativa, in quanto dalla stessa parte del maternage, a godere, troviamo sia l’insegnante, sia lo scolaro, che l’educatore e l’utente. Nell’ideologia del maternage, ciò che sostiene l’atto pedagogico compreso nelle due figure dell’atto, ovvero sia in chi lo compie che in chi lo riceve, è sempre un eccesso di godimento soggettivo teso a compensare una mancanza di godimento che il soggetto avverte rispetto alle influenze della sostanza materna che si fa sentire immaginariamente nel soggetto come sostanza assoluta. Non si gode mai abbastanza! è il grido feroce che, da posizioni differenti, regola l’atto pedagogico in chi lo fa e in chi lo riceve; la sostanza materna è quel plus-de-jouir eterno, teorizzato da Lacan, circolante nei legami affettivi e nelle relazioni educative e di aiuto. Il plusde-jouir corrisponde al plus-valore che circola nella economia capitalistica e nel Discorso del capitalista:

«Giacche questo cauri, il plus valore, è la causa del desiderio di cui un’economia fa il suo principio: quello della produzione estensiva, dunque insaziabile, della mancanza-a-godere. D’un lato esso si accumula per accrescere i mezzi di questa produzione a titolo di capitale. Dall’altro estende quel consumo senza il quale questa produzione sarebbe vana, appunto per la sua inettitudine a procurare un godimento tale per cui essa possa rallentare»[1].

 

La mancanza ad essere, invece, permette al sapere di circolare in una forma positivamente sfuggente, misteriosa, in una siluette silente e raffinata. Infatti ogni materia specifica del sapere è attraversata sempre da qualcos’altro che la spinge a ridefinire i propri contorni e il proprio campo di azione. In questo modo la materia del sapere non viene otturata dal godimento, che al contrario fonda l’essere e lo costituisce, a partire dalla cancellazione (meccanismo perverso del diniego o Verleugnung) della mancanza soggettiva che si spinge a riempirsi freneticamente: ebbene anche il sapere, nel Discorso del capitalista, finisce nel pieno che riempie il vuoto mentale e fisico del soggetto, il quale si fa avvolgere da una spessa coltre di nozioni e spazzatura mostrandosi, comunque, confezionato con nastrini brillanti (il brillio del superfluo) che intrappolano il soggetto dello studente, lo seducono e lo stordiscono.

[1] J. Lacan, Radiofonia, Televisione, Einaudi, Torino 1982, p. 39.

Download PDF
Recent Posts
Contact Us

We're not around right now. But you can send us an email and we'll get back to you, asap.

Not readable? Change text. captcha txt

Start typing and press Enter to search