Walter Arone – Aforismi

 In Notes Magico 4
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Il buco nell’acqua

 

Tutto quello che facciamo è un buco nell’acqua. Anche quando credi di fare un buco in terra, quando credi di tappare un buco, quando i buchi non c’entrano, e tu compri un’automobile, vinci al Lotto, hai un successo amoroso: ovunque, comunque, tu fai un buco nell’acqua.

Abbi questa fiducia e sarai liberato.

Ci viene consigliato di essere eleganti, cercare di esserlo soprattutto davanti a noi stessi, nel dedicarci a questo buco: operare con una feluca, con il classico sassolino, servirsi di una splendida goccia di pioggia. Evitare il trapano e la valanga se si può. Lo stile conta quasi lui solo.

 

Dialogo fra un uccellino e la donna che se lo porta a casa

 

– Volevi trattenermi, e hai finito con l’imprigionarmi – pigolò, dalla       gabbia, l’uccellino alla donna, così chiamata padrona.

– Al contrario – rispose questa, asciugandosi una lacrima – in principio volevo solo imprigionarti, e ora vorrei solo trattenerti …

– Imprigionarmi, trattenermi … che differenza fa? – esclamò il prigioniero. E la Padrona notò che vieppiù, vieppiù, diventava aggressivo, per cui – Perdiana – ribatté, un po’ offesa – hai cominciato il discorso tu, su questa differenza …

– Da che dipende secondo te – chiese lui (ed a lei parve domanda maliziosa in eccesso) – da chi dipende che io sia trattenuto, anziché imprigionato?

– Ma da te, no?, solo da te – rispose (sincera) lei – E quindi dimmi, dimmi: che cosa posso fare di più per te perché tu non voglia, se io apro la gabbia, volare via?

–Da me dipende?

–Da te.

–Se dipende da me, lo sai cosa ti dico?: guardati, ti dico, dall’aprire la gabbia…

–Ah si?

–Si.

–È la tua ultima parola?

–L’ultima.

–Ingrato!

A questo punto, da parte dell’ingrato, non provenne più nessuna risposta: l’ingrato si era messo a dormire. La Padrona, d’un tratto, buttò via il fazzoletto delle lacrime (state sincere), e aprì la gabbia. L’uccellino (che aveva solo fatto finta di addormentarsi), a questo punto disse a se stesso: Oh, eccoci. Secondo lui, quella che ora veniva era la sola, oltre che l’ultima, verità: la Padrona, afferrata subito la bestiola (ma la bestiola nonché darsi la fuga, non si era mossa nemmeno) passò alle operazioni necessarie per mangiarsela a cena.

 

La lingua Madre

 

La tua Lingua Madre ha per padre il Logos, per figlio te. Ora, tu intendi quale e quanta sia la tua responsabilità, con questo Nonno, con questa Madre, nel caso, non bello, tu ti faccia Pensare-Parlare un vestito troppo attillato, troppo te, senza neppure spiegare ai tuoi figli come stanno veramente le cose.

 

* * * 

I passi sono tratti da W. Arone, Aforismi e immagini, Firenze, Shakespeare and Company 1994, per concessione dell’autore.

 

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